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Domenica, 10 Agosto 2014 18:02

Dall'ombra una luce - intervista a Francesco Teruggi

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Incontro Francesco nella sede della sua associazione ad Ornavasso.
Quale luogo migliore per intervistare una persona che potrebbe stravolgere le idee sul passato dell’Ossola?
Ornavasso come sede di un importante santuario… o forse qualcosa in più?
Non anticipiamo troppo.
Poco dopo le nove del mattino mi presento, una rapida visita alla magnifica sede dell’associazione culturale triaSunt... rapida perché non riusciamo a smettere di parlare, ma meriterebbe una visita anche solo per ammirare i manufatti esposti provenienti da svariate zone del mondo.
Ci sediamo.
Vi sono giorni che si definiscono “speciali”, oggi è uno di quelli…..
 
Francesco, benvenuto tra le pagine dei viaggiatori ignoranti, iniziamo con la tua biografia: ricercatore, scrittore o editore?
La sequenza è corretta, da ricercatore a scrittore e, per diletto, ad editore. Voglio ricordare anche il mio impegno come giornalista.
Scrittore in quanto ho pubblicato due libri più un ebook, in uscita, sui Cavalieri Templari tra l'Ossola e Novara.
Il primo libro è “Il Graal e la Dea” scritto tra il 2008 ed il 2011. Il secondo è “Deen Thaang, il viaggiatore” pubblicato nel 2014. Il Viaggiatore raccoglie molti dei reportages di viaggio che ho scritto e pubblicato in questi anni e alcuni inediti: un punto di vista diverso sul mondo, sui popoli e le loro tradizioni.
 
Francesco, il motivo del nostro incontro risiede nel comune interesse per il rito religioso del Repit (a questo link troverete Il nostro articolo sui bimbi nati morti). Vi sono differenze chiare e nette tra il ricercatore ed il semplice curioso… ma oltre a quello vi è una seconda grandissima differenza che ora devi spiegarmi, io parlo di “ritorno alla vita dei bimbi "nati morti” tu invece parli di “bimbi mai nati”.
Ci sono differenze sostanziali oppure è una pura differenziazione linguistica?
Sì Fabio, c'é una differenza enorme…. Per morire devi essere nato prima, se non nasci come puoi morire? Il nocciolo della questione è questo: si parte dal concepimento, poi devono trascorrere nove mesi circa affinché il corpo sia pronto a "riceverti". Solo a quel punto sei tutto in questo mondo. Quindi il processo deve durare i necessari nove mesi, se si interrompe prima rimani incastrato da qualche parte che non è qua e neppure di la…. Alcune volte il processo si interrompe sul finire, pochi istanti prima di vedere la luce… così forse si spiega meglio perché i luoghi del repìt sorgevano spesso accanto o sopra antichi luoghi della fertilità, luoghi di "invito" a nascere...

Scusa se ti interrompo (succederà spesso, molto spesso), il ritorno alla vita aveva carattere sempre temporaneo o vi sono casi accertati di ritorno definitivo alla vita?
Si. Esiste almeno un caso documentato nella Francia Nord orientale, a Ligny-en-Barrois, avvenuto nel 1632.  La bambina che fu benedetta da quel prodigio tornò al santuario in cui era accaduto anni dopo, nel 1647, per portarvi un ex-voto, che è ancora visibile.
 
Il rito del Repit non è una tradizione nata con il Cristianesimo, ma molto prima, pendiamo dalle tue labbra.
Non è sbagliato quando gli storici affermano che è stata la risposta popolare al limbo, in attesa che i teologi risolvessero la questione, cosa che è avvenuta soltanto nel XXI secolo con Papa Ratzinger. Già al tempo dei Celti dovevano esistere riti similari. Per queste popolazioni le anime che non passavano “di là” vagavano sulla terra senza un corpo fisico ma prendendo forme varie. Il concetto è simile. Si tratta sempre di una condizione infelice e sospesa.



 
Quindi per i Celti i bimbi mai nati o nati morti….
Erano i folletti che abitavano le foreste. La tradizione è poi proseguita. Nel nostro territorio, i Walser diedero loro il nome di Twergi.
 
Siamo ad Ornavasso luogo nel quale si trova uno dei “Santuari a Repit”, il santuario della Madonna del Boden. Qual è la tua esperienza con questo luogo?
È da sempre un luogo particolare un punto in cui qualcosa di molto grande, complesso e amorevole riesce ancora ad esprimersi.
 
In questo preciso istante entra la moglie di Francesco, presentazioni di rito e “rito” del caffè da consumare al bar poco lontano dalla sede dell’associazione.
Nel breve tragitto tra una sigaretta ed una parola i pensieri iniziano a decantare….
 
Torniamo ad Ornavasso ed al Boden, come mai è stato eletto a luogo per lo svolgimento del Repit?
Ad Ornavasso, perché ad Ornavasso, più che altrove nelle vicinanze era consentito il Repit. Al Santuario del Boden perché su quel pianoro era consentito lo svolgimento del rito. Non consentito dall’uomo, ma dalla natura, da “Madre Terra” e dal Cielo. Tutto fa parte di qualcosa di più grande…. Per quanto riguarda Ornavasso non vi sono fonti documentali sui “miracoli accorsi durante il rito” e sullo svolgimento del rito, ma vi sono molti ex-voto a memoria dei risultati dell’evento e poi….sappiamo per certo che il Bascapè salì in queste lontane terre per vietarlo. Fabio voglio ricordarti che Ornavasso non aveva un solo Santuario a Repit, ma addirittura 2!

Scusa Francesco… Ornavasso ha due santuari a Repit?
Sì, oltre al Boden, anche il Santuario della Beata Vergine della Guardia era un santuario a Repit.
 
Ma quale era il principale?
Stando alle prove la Guardia, infatti il ricordo più antico, il più antico tra gli ex-voto relativi al répit a Ornavasso, mostra la Madonna lattante della Guardia, quale dispensatrice del prodigio e non la Vergine con Bambino del Boden. Il Santuario della Guardia nasconde ancora molti misteri ed alcune leggende….Una parla di un passaggio sotterraneo ad un certo punto del quale si troverebbe una porta con due leoni… un’altra che sotto la Chiesa vi fosse una cripta, storicamente però mai trovata… però le leggende hanno sempre un fondo di verità... Ci son voluti 40 anni per costruire le fondamenta di quel Santuario, cosa vi era di così difficile e complesso per impiegarci 40 anni?
 

Fermiamoci qui Francesco! Non possiamo raccontare tutto in questa prima intervista….

 

 

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