In quel momento, la scienza ci racconta che l'uomo scopre... di essere uomo! Prende coscienza di sè. Immediatamente riconosce che, fuori da lui, c'é qualcos'altro. E sviluppa le prime forme di culto, nonchè di arte.
Per quanto ci si sforzi, è impossibile definire se l'essere umano, diventando tale scoprì Dio, oppure se diventò tale come conseguenza di quella scoperta. Per dirla come Feuerbach, la scienza non riesce a spiegare se l'uomo, poiché è diventato tale, si è inventato Dio o al contrario se l'ominide, accorgendosi del divino, sia diventato "essere umano". Arte, "concetto del divino" e "uomo" compaiono insieme.
E non solo. Il neo-nato uomo "sapiens" comincia presto a capire che ci sono luoghi più adatti di altri per "incontrare" il misterioso "oltre". Li contrassegna con simboli, mani, piedi, graffiti, scene di caccia e li decora in modo sempre più elaborato.
Favorito dall'abbandono del nomadismo, diviene stanziale, affina le sue conoscenze agricole e perfeziona i suoi strumenti. Intanto si accorge che i luoghi naturali (grotte e caverne, foreste e radure) dove il "divino" si manifesta possiedono caratteristiche speciali. Prova ad interagire con esse, scopre altri luoghi dove queste particolarità esistono solo in parte e cerca di completarle.
Si rende conto che vi sono influssi provenienti dal cielo, ma anche strane "energie" che erompono dal sottosuolo. Apprende che interagiscono con il suono, con la parola, con i gesti.
E scopre, non senza sgomento, di quanto potere esse siano portatrici.
Pare una favola ma, se ci pensate bene, potrebbe non esserlo.
CONTINUA...