Stampa questa pagina
Giovedì, 29 Novembre 2012 17:08

Trappola ossolana per demoni (1)

Vota questo articolo
(1 Vota)

Ho potuto analizzare, insieme ad alcuni buoni amici, un reperto recentemente ritrovato in Ossola, una pietra scolpita, che ha rivelato un uso rituale molto interessante.

Ma comincerò a raccontarvene la storia partendo da molto lontano...

Nell'Africa orientale in cui ho a lungo vissuto, capitava che qualche locale mi consigliasse di non far arrabbiare questa o quella persona, perché teneva in casa, chiusi nei barattoli, intere orde di demoni e di genii che avrebbe potuto scatenarmi contro a piacimento. È quella che lungo la costa africana chiamano “uchawi”, la parte più oscura ed esoterica della religione, sia quella tribale che quella musulmana.

 L'Islam in effetti da quelle parti si è ben radicato, riuscendo a fondersi con le credenze ancestrali. Così i “demoni” dei culti locali sono diventati i djinn del corano e degli scritti esoterici persiani e la popolazione locale ne ha assorbiti i rituali. La tradizione dei djinn è quasi certamente di provenienza mesopotamica, della regione del basso Tigri-Eufrate, anche se alcuni interessanti ritrovamenti pare siano stati fatti in Iran nella zona di Hamadan. Da lì si diffusero in tutto il medio-oriente e la penisola araba fino allo Yemen (da cui provenivano i primi colonizzatori musulmani dell'Africa orientale).

Chi è stato a Petra sa che, per raggiungere il wadi che costituisce l'ingresso alla città rossa, si passa proprio accanto alle cosiddette “case dei djinn” o “dadi dei djinn”. Questi giganteschi cubi di pietra lavorata e scolpita si ritiene siano epitaffi o tombe, ma per i beduini del deserto essi sono “prigioni” in cui furono chiusi alcuni terribili djinn con il compito di fare la guardia a Petra, pronti a liberarsi e a scatenarsi contro chi osa profanare la Città Rossa. Fortunatamente, con tutti i turisti maleducati che la visitano, è solo superstizione!

Petra-dadi Dei Djinn

Non sapete cos'é un djinn? Avete presente il genio della Lampada di Aladino? “Genio” deriva proprio da djinn. Oggi sarebbe più corretto chiamarli “entità”. Sono gli abitanti di quello spazio evolutivo sconosciuto che dovrebbe stare tra l'uomo e il divino. Alcuni buoni, altri meno.

encountering-jinn

Poiché molte malattie e molti problemi erano attribuiti al loro intervento, imprigionarli e costringerli in un recipiente, era un sistema (e in Africa lo è ancora!) di guarigione e di purificazione.

Per imprigionarli o per tenerli lontani, si usavano speciali ciotole sul cui fondo veniva scritto uno specifico “incantesimo” corredato di opportune figure”. Dopodiché si ponevano nella ciotola cibi e oggetti di cui l'entità era ghiotta e si chiudeva la ciotola con un coperchio. Quando il demone entrava nella ciotola non poteva più uscirne. Per precauzione la ciotola veniva poi sotterrata sottosopra, in modo che non fosse possibile scoperchiarla. Ne sono state ritrovate con incantesimi scritti in alfabeto cuneiforme, in ebraico e aramaico, in mandaleano e in glifi islamici. L'uso pare sia sopravvissuto anche in epoca cristiana.

Ciotola.jpg Ciotola_con_alfabeto_sacro.jpg Ciotola_con_coppella.jpg

Ciotola_con_iscrizioni_aramaiche.jpg Ciotola_rinvenuta_a_Nippur.jpg

Ora, vi chiederete cosa c'entrano le “trappole per i demoni” mediorientali con la regione alpina dell'Ossola. È presto detto.

SigilloFront

Si tratta di “riutilizzo”, un pezzo di una lastra di pietra locale, che doveva far parte del colmo di un muretto, Su un lato porta inciso un disegno geometrico a motivi rettangolari e piccole coppelle, sull'altro spaccature naturali e un'altra piccola coppella, della dimensione del polpastrello di un pollice. Le incisioni sono state verosimilmente ottenute con una punta di metallo e un “percussore” (martello). La tecnica di realizzazione sembra “recente”, perciò ci siamo azzardati ad ipotizzare che risalga a non più di qualche secolo fa.

È stata rinvenuta con il disegno geometrico contro il terreno, sepolta a qualche centimetro di profondità, nei pressi di un roccione affiorante in una zona boschiva.

...notate le somiglianze? No?

Ci abbiamo studiato un po' e alla fine l'abbiamo identificata come una “trappola per entità”. Anzi, per essere più precisi, siamo convinti che il disegno su una delle due facce sia un vero e proprio “sigillo”, che serve a tenere imprigionato “qualcosa” nella pietra. Questo “qualcosa” è stato certamente attirato mettendo nelle coppelle un'esca appropriata.

Anche le tracce di bruciature sono tutte indicazioni di una chiaro utilizzo rituale.

Non sapremo mai chi e perché lo fece. Che fosse un'usanza walser?

Ci siamo ripromessi di approfondire la questione. Se avete segnalazioni, domande, approfondimenti in merito, potete lasciare un commento qui sotto oppure contattarmi privatamente all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ogni aiuto è ben accetto! Vi ringrazio fin da ora.

 


APPROFONDIMENTI

Articolo della Pennsylvania University(ENG): http://www.ottomanlands.com/catalogue/nippur-first-great-discovery/-magic-bowls-nippur

Articolo del Jewish Cronicle on-line (ENG): http://www.thejc.com/judaism/judaism-features/the-demon-trap-getting-historians-all-fired

Djinn and Tonic – uno studio sui demoni e l'Africa Orientale (ENG) http://wesscholar.wesleyan.edu/etd_hon_theses/666/

Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Jinn

 


BIBLIOGRAFIA:

ʻUmar Sulaymān Ashqar, The World of the Jinn and Devils, Islamic Books, 1998

Shahid A. Chaudhary, Jinn: who are they?, Regency Publications, 2001

Irving Karchmar, Master Of The Jinn: A Sufi Novel, Bay Street Press, 2004

IslamKotob, How to Protect Yourself From Jinn And Shaytaan, Islamic Books

Moiz Ansari , Islam And the Paranormal: What Does Islam Says About the Supernatural in the Light of Qur'an, Sunnah And Hadith , iUniverse, 2006

Letto 6140 volte
Francesco Teruggi

Scrittore e giornalista pubblicista. Direttore delle collane "Malachite" e "Topazio" presso Giuliano Ladolfi Editore. Autore del saggio divulgativo "Il Graal e La Dea" (2012), del travel book "Deen Thaang - Il viaggiatore" (2014), co-autore del saggio "Mai Vivi Mai Morti" (2015), autore del saggio "La Testa e la Spada. Studi sull'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni" (2017), co-autore del saggio storico "Il Filo del Cielo" (2019) pubblicato in edizione italiana e in edizione francese. Presidente dell'Associazione Culturale TRIASUNT. Responsabile Culturale S.O.G.IT. Verbania (Opera di Soccorso dell'Ordine di San Giovanni in Italia).

Leggi qui la biografia completa

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.