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Salendo la stretta e ripida mulattiera che dalle rive del Lago d'Orta a Omegna (VB) si inerpica fino al piccolo paese di Quarna sopra, a picco sulla rupe sottostante si regge prodigiosamente il piccolo Santuario della Madonna del Fontegno.

In origine qui sorgeva una cappelletta, costruita intorno all'affresco di una Madonna cinquecentesca. Secoli dopo fu edificata, sulla balza soprastante, una chiesa con pianta a croce e la cappella, nel frattempo dotata di un atrio coperto, fu inglobata nella struttura, diventandone una sorta di cripta, accessibile sia dall'interno del santuario che dal piazzale.

 

Sabato, 30 Marzo 2013 17:04

Il peso della pecora

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Ci sono simboli portentosi che passano con incredibile insistenza davanti ai nostri occhi, senza che ci accorgiamo di loro. Al più, magari, se ci solleticano, finiamo per liquidarli con poche spiegazioni. E perdiamo il senso di ciò che cercano di esprimerci.

Siamo a Pasqua e può sembrare una domanda strana, ma... ce l'avete presente la tipica statuetta del pastore del Presepe, con una pecora sulle spalle, o magari una capra? Vi è mai venuto in mente di chiedervi perché un pastore dovrebbe presentarsi con un ovino gettato di traverso sulla schiena al cospetto del Bambinello? I pastori, secondo il Vangelo, non portavano doni, furono svegliati in piena notte e raggiunsero la grotta così come erano. E allora?

 

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Le vicende legate alla Guardia e agli altri monumenti di Ornavasso (VB), anche se in anticipo di ben due secoli, presentano molte somiglianze con i misteriosi accadimenti di Rennes-le-Château, celeberrimo paese dell'Aude francese. Ripercorrendo le vicende dei due luoghi, apparentemente separati nel tempo e nello spazio, emergono infatti numerosi e soprendenti parallelismi.

Venerdì, 08 Marzo 2013 16:25

La pratica antica del puja

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Uno dei riti più antichi dell' induismo é il puja o "adorazione". Che sia praticato nell'intimità della case o nella grandiosità dei templi è l'atto di venerazione per eccellenza, codificato in specifiche e complesse regole. Originario dell'India del Sud, la "terra del pellegrinaggio indú" e "dimora terrena degli dei", sostituì, si ritiene, i più cruenti sacrifici animali fin dall'epoca dravidica.
Chi ha la fortuna di visitare i sontuosi templi del Tamil Nadu, può ancora avere l'occasione di partecipare ad uno dei puja che ogni giorno, da millenni, vengono celebrati. I più elaborati sono sicuramente quelli del Sri Nataraja di Chidambaram e dello Sri Meenakshi di Madurai.

Al rito serale che si svolge in quest'ultimo dedico il post di oggi, in cui è pubblicato un breve ma intenso del puja: un'occasione per conoscerlo per chi non vi ha mai potuto assistere e per riviverlo se si ha avuto la fortuna di esserci.

Mercoledì, 20 Marzo 2013 12:28

Dominare le acque profonde (articolo completo)

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 Non sono le grandi cattedrali, ma più spesso le piccole chiese quelle che riescono a conservare meglio i segreti dell'arte di costruire luoghi davvero sacri. Oggi voglio parlarvi di uno di questi "segreti", un particolare "dispositivo" che è stato impiegato per migliorare e completare l'impianto vibrazionale di un'antica chiesa cusiana.

L'edificio sorge su una balza sopra la riva sud Occidentale del Lago d'Orta. Non è nota con precisione la sua data di fondazione, ma la chiesa viene annoverata già nel 1132 nella bolla "plebem Gaudiani cum cappellis suis". La località in cui sorge, invece, sembra essere già indicata in una mappa del 1114. Almeno dal XVII secolo viene chiamata "Sancta Maria de Luciaria", Santa Maria di Luzzara.

Risale al 1616 la prima descrizione certa, riportata nei documenti ufficiali della visita pastorale del Vescovo Taverna:"[...] ad orientem constat unica nave qua est longitudinis et altitudinis cubitis 25 circiter [...]". E' direzionata con l'abside verso il "sole oriente", verso l'Est ed è composta di un'unica navata.

Una seconda direzione astronomica si ricava probabilmente dalle finestrelle che si aprono una per abside (oggi per lo più sono murate) e sono tutte puntate con buona approssimazione verso il sorgere del sole visibile nei giorni del Solstizio d'Inverno.

LuzzaraAlt

Tra gli elementi degni di nota, certamente c'é il suo impianto, approssimativamente a base quadrata e come detto, a navata unica, ma culminante in tre absidi. L'altare è incastonato in quella centrale. Molti sono i dettagli architettonici che alimentano l'interesse per questo luogo: l'uso di contraforti sul lato settentrionale, accoppiati ad un particolare sistema di copertura ad incastro ; l'inconsueto "campaniletto a ventola", di solito tipico di cappelle e oratori annessi a conventi e monasteri; la finestrella a croce che invece di aprirsi nella facciata si apre sopra l'abside centrale; la teoria di affreschi, alcuni attribuiti al Cagnola.

Studi simbolici su Luzzara sono stati per la prima volta condotti da Adolfo Torre nel 1975 e sono tutt'ora oggetto di controversie. E' lo stesso autore a far notare l'esistenza di alcune pietre poste in linea con la facciata, verso settentrione, come a voler simulare un recinto, ma la cui reale funzione non è nota. L'unico elemento che rilevò è l'identità numerica (le pietre sono otto) con l'acquasantiera posta nella chiesa, che "circolare agli orli, si apre in una cavità di forma ottagonale".

Adolfo Torre non mancò di sottolineare come le ricorrenze numeriche di Luzzara indichino riferimenti "esoterici" precisi: le tre absidi e l'impiego del triangolo nella composizione geometrica della facciata e degli afreschi su di essa, ad esempio, rimanderebbero indiscutibilmente al tre e al mistero della trinità.

 

Ed ora veniamo al dispositivo di cui accennavo all'inizio...

Meno evidente, ma altrettanto pregnante, è la ripetuta presenza del numero otto, segno di trasformazione, di modificazione e di cambiamento, legato anche all'acqua (nell'acquasantiera) quale mezzo principe per attuare il cambiamento.

Escluso che possa trattarsi di una sorta di recinto (gli elementi verticali sono ben diversi e a differente distanza da quelli con cui è realizzata la delimitazione del'abside, sul retro), forse questa è la chiave di lettura corretta per comprendere lo scopo degli otto pilastri, infissi in fila a proseguire la linea della facciata verso nord.

LuzzaraBN800

Analizzandoli radioestesicamente, si nota come sono polarizzati alternativamente positivi e negativi, come a voler creare un flusso alternato alto-basso, una sorta di "muro" o di "paratia". I due più distanti sono in ordine polarizzato invertito rispetto agli altri sei. La posizione corrisponde alla curva compiuta dalla vena più settentrionale, che piega verso destra per puntare verso l'altare maggiore.

A cosa servono dunque? Le otto punte, infisse come aghi da agopuntura nella terra, si comportano come deviatori, che addomesticano il flusso d'acqua fino a dirigerlo verso l'abside

centrale. A questa deviazione indotta è certamente dovuta la sensazione e l'idea, più volte descritta, che il motivo degli otto monoliti crei "come una zona di recinto [...] che sembra contenere un significato ed un valore simbolico". E' l'abbraccio vibrazionale del flusso che, deviando dal suo percorso raggiunge l'altare.

RilievoLuzzaraSito800-2

Qui si incrociano già due vene sovrapposte a un nodo del reticolo geomagnetico, a creare un "camino" energetico aperto verso l'alto. Così. la terza vena artificialmente indotta a incrociare lì sotto, amplifica, perfeziona e stabilizza l'insieme.

La lunga permanenza in posizione dei monoliti (si può presumere che siano stati messi in opera mentre si erigeva la chiesa) ha modificato permanentemente il corso della vena d'acqua. Perciò, pur essendo stati rimossi in tempi recenti, il flusso non è tornato alla direzione primordiale ma continua a scorrere verso l'altare, mantenendo intatta la bellezza e la potenza di questo luogo.

 

 


Bibliografia:

Adolfo Torre, La Madonna di Luzzara. Dieci secoli di Medioevo, Novara, 1975

Maria Laura Gavazzoli Tomea (a cura di), Novara e la sua terra nei secoli XI e XII. Storia, documenti, architettura, Milano, 1980


Mercoledì, 20 Febbraio 2013 12:20

Dominare le acque profonde

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 Non sono le grandi cattedrali, ma più spesso le piccole chiese quelle che riescono a conservare meglio i segreti dell'arte di costruire luoghi davvero sacri. Oggi voglio parlarvi di uno di questi "segreti", un particolare "dispositivo" che è stato impiegato per migliorare e completare l'impianto vibrazionale di un'antica chiesa cusiana.

L'edificio sorge su una balza sopra la riva sud Occidentale del Lago d'Orta. Non è nota con precisione la sua data di fondazione, ma la chiesa viene annoverata già nel 1132 nella bolla "plebem Gaudiani cum cappellis suis". La località in cui sorge, invece, sembra essere già indicata in una mappa del 1114. Almeno dal XVII secolo viene chiamata "Sancta Maria de Luciaria", Santa Maria di Luzzara.

Mercoledì, 13 Febbraio 2013 11:56

Le corna del sacrificio

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Chissà perché... tutti o quasi gli animali sacrificali, in qualsiasi cultura e tradizione antica o moderna, sono animali con le corna. Questa semplice domanda, scaturita durante una discussione sui sacrifici rituali e sul “toro” quale animale prediletto, ci ha portati alle conclusioni esposte qui di seguito. Ringrazio Carlo (http://quartocentrale.blogspot.it) per l’intenso e fraterno scambio di opinioni e dedico il post alla nostra amica Stefania, che ha acceso il piacevole dibattito.

Il sacrificio tipico (non egoistico, ma per il prossimo) del “toro zodiacale” è volontario, mai imposto, né dall'interno, né dall'esterno. Se, tuttavia, lo fosse, dipenderebbe da una perdita di forza del toro, che avrebbe quindi il dovere di riacquisirla. La motivazione per cui tutti i giorni si sacrifica si rifà a quell'armonica fondante a cui è costituzionalmente legata, e a causa della quale regala al prossimo parti di sé, riacquistandone altre in abbondanza. Più si sacrifica regalando, più diventa grande il suo yin (la sua parte “femminina” e ricettiva) e la sua capacità di comprendere e abbracciare il mondo.

 

Venerdì, 08 Febbraio 2013 11:41

Lingue sacre e parole potenti

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morte e vita sono in potere della lingua"

Proverbi 18:21

 

Cosa rende davvero “potente” la parola? Con questo post vorrei proporre qualche riflessione sulla sacralità delle lingue e cercare di dare una mia risposta, seppur di sole ipotesi si tratti, alla questione.

Pensiamo all'antico Egitto e ai geroglifici: gli stessi egiziani li chiamavano “medw nether”, “parole potenti” o “parole divine”. Erano convinti che rappresentassero formule in grado di rendere vive perfino le immagini inanimate.

E del resto, per la mistica ebraica, la lingua israelitica sarebbe composta da quegli stessi suoni attraverso i quali Dio avrebbe creato l'Universo, cristallizzati nei corrispondenti segni grafici. Il concetto si avvicina molto a quello dello “strepitus verborum” della retorica latina.

 

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Proseguiamo ancora l'indagine sul Taj Mahal e sull'ipotesi della sua origine Indù, seguendo nuovamente ragionamenti di P.N. Oak. Concentriamoci sull'edificio e sui suoi elementi architettonici e progettuali

Ci sono molti simboli religiosi indù visibili nel Taj Mahal. Sono generalmente spiegati con tolleranza di Shahjahan per gli altri culti. Eppure le sue cronache di corte, le Badshahnam, riportano un fatto che contrasta fortemente: “E' stato portato a conoscenza di Sua Maestà che, durante il ritardo stagionale era stata cominciata la costruzione di molti templi idolatri, ma sono rimasti incompiuti a Benares, la grande roccaforte dell'infedeltà. Gli infedeli erano ora desiderosi di portarli a termine. Sua Maestà, il difensore della fede, ordinò che a Benares e in tutti i suoi domini
in ogni luogo, tutti i templi dovevano essere abbattuti. E 'stato ora riportato dalla provincia di Allahabad che nel distretto di Benares sono stati distrutti 76 templi
.

Giovedì, 17 Gennaio 2013 11:01

Trappola ossolana per demoni (2)

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Nel post con cui presentavo il breve studio su una trappola per demoni rinvenuta in Ossola, ho evidenziato la sua somiglianza funzionale con certi vasi e scodelle tipiche della tradizione mediorientale antica, di quella ebraica e islamica. Ma, in verità, esistono "dispositivi" simili in innumerevoli tradizioni di tutto il pianeta.

Pennick, in un suo testo relativo alle tradizioni magiche del Nord Europa, ad esempio, cita due diverse "trappole". Una è la cosiddetta "bottiglia delle streghe" del Cambridgeshire. Bastano una bottiglia non più lunga di 15cm e un po' di filo rosso. Si sminuzza il filo in pezzettini e li si infila nella bottiglia, poi la si posiziona sul davanzale di una finestra oppure la si sigilla in una nicchia di un muro o ancora la si seppellisce sotto la soglia di casa.

 

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