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Giovedì, 29 Maggio 2014 11:09

Lalibela - La Croce e il Sador

 Nel profondo del deserto etiopico, ben nascosta tra i torridi altipiani a nord di Addis Abeba, sorge ancora quella che, per un breve periodo, fu la capitale del potente regno axumita. La sua storia leggendaria comincia con la prodigiosa nascita del suo futuro edificatore, segnata dall'improvvisa comparsa di uno sciame di api che si posarono sulle sue membra. Fu così battezzato Lalibela, “le api riconoscono la sovranità”.

Pubblicato in Cose
Mercoledì, 29 Gennaio 2014 14:55

MURA POLIGONALI: quando l'uomo coglieva le stelle

 

Capita, ripescando un vecchio libro, di leggervi cose che, in precedenza, erano sfuggite perché non riconosciute oppure non comprese. Ci si torna su a volte dopo anni e a quel punto, con un poco di esperienza cristallizzata in più, si scorgono, nelle stesse parole lette molto tempo prima, nuovi e inattesi discorsi.

Il più intrigante, accurato, poetico e controverso lavoro mai fatto sulla cultura ancestrale del popolo Dogon è, ad oggi, senza dubbio quello che l'antropologo francese Marcel Griaule raccolse nel libro “Dio d'Acqua”. Protagonista è un vecchio cacciatore cieco di nome Ogotemmêli il quale, per ricambiarlo di un non del tutto chiaro favore, comincia a raccontare all'antropologo l'essenza delle tradizioni Dogon. Durante i ripetuti colloqui il saggio letteralmente “scompone il sistema del mondo”, spiegando tecnicamente e con raffinatezza impareggiabile le forze e i ritmi del divenire fin dall'inizio dei tempi.

 

Pubblicato in Riflessioni

Concludiamo l'excursus nella leggenda dei Sette di Betania con la vicenda del ritrovamento delle reliquie a loro attribuite.

Sui luoghi dove la tradizione ricordava fossero sepolti Lazzaro, le due Marie con Sara, Marta, Magdalena, Massimino e Sidonio, sorsero con i secoli piccole chiese-mausoleo. Ma le scorrerie saracene nel Mediterraneo al grido «La ilaha illa lllah» (Dio è Dio), soprattutto da che gli islamici si erano acquartierati proprio in Provenza, a Frassineto, per razziare le coste francesi e liguri nel IX secolo, avevano costretto i popoli gallici della costa a nascondere i loro santi per proteggerli. Le scarse cronache ipotizzano che fossero state traslate in gran segreto in monasteri inaccessibili o che si trovassero nei forzieri di qualche signorotto locale. Ma erano solo voci e non fecero che alimentare leggende senza fondamento. Dei possibili resti santi, insomma, si finì per perdere, almeno apparentemente, ogni traccia.

Pubblicato in Personaggi

Con questo post continuiamo a seguire le peripezie della compagnia giudaica dopo lo sbarco in Provenza.

Giunte al termine della loro esistenza, Maria Jacobè per prima, secondo la tradizione e Maria Salomè poco tempo dopo, vengono sepolte in una tomba appositamente preparata per loro nella piccola chiesa di Ratis. La fama delle loro gesta e dei miracoli che continuano a produrre anche dopo la morte cresce rapidamente. A loro si aggiunge presto Sara, sepolta "in odor di santità" accanto alle due Marie. Già nel IV secolo, il povero oratorio viene sostituito con una chiesa più grande e maestosa, dedicata alla Vergine, cui viene affiancato un monastero delle Religiose di Arles.

Pubblicato in Personaggi
Domenica, 14 Luglio 2013 11:51

La gloria della tentazione

 

La gloria di cui gode colui che si rende partecipe dell'Infinito a ogni strato e livello degli eoni dell'essenza, percorrendo le possibilità del tempo, del modo e della forma, pur se rallentato nelle dimensioni di questa esistenza, può rendersi talvolta manifesta a chi, pur potendo, se ne esclude quanto a chi pur volendo ne è escluso. Si condensa allora visibile quale fuoco increato, puro e primorde, abbacinante nel suo fulgore, sopra il suo amato che lo alimenta, come un faro sulle rocce tra le nebbie.

 

Pubblicato in Riflessioni
Giovedì, 11 Ottobre 2012 15:58

Cos'é veramente un luogo sacro? Come definirlo?

Cos'è veramente un luogo sacro? Come definirlo? Cosa rende "sacro" un luogo?. Di risposte più o meno vaghe, più o meno giuste, ne ho lette e ne vengono proposte molte.

Un buon punto di partenza è certamente chiarire il significato stesso della parola "sacro".

"Sacro" deriva dalla radice sanscrita sac/sak/sag con il significato di "attaccare", aderire", "avvincere", nel senso di unire/collegare. "Sacro" è dunque qualunque cosa che è "unito" direttamente e inscindibilmente a un "altro", che potremmo definire "il divino" o "Infinito", quella "realtà superiore" cui ogni religione e spiritualità si riferisce con nomi diversi.

 

Pubblicato in INTRODUZIONE
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