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MAGDALENA (parte III) - Le reliquie dei Sette di Betania
Concludiamo l'excursus nella leggenda dei Sette di Betania con la vicenda del ritrovamento delle reliquie a loro attribuite.
Sui luoghi dove la tradizione ricordava fossero sepolti Lazzaro, le due Marie con Sara, Marta, Magdalena, Massimino e Sidonio, sorsero con i secoli piccole chiese-mausoleo. Ma le scorrerie saracene nel Mediterraneo al grido «La ilaha illa lllah» (Dio è Dio), soprattutto da che gli islamici si erano acquartierati proprio in Provenza, a Frassineto, per razziare le coste francesi e liguri nel IX secolo, avevano costretto i popoli gallici della costa a nascondere i loro santi per proteggerli. Le scarse cronache ipotizzano che fossero state traslate in gran segreto in monasteri inaccessibili o che si trovassero nei forzieri di qualche signorotto locale. Ma erano solo voci e non fecero che alimentare leggende senza fondamento. Dei possibili resti santi, insomma, si finì per perdere, almeno apparentemente, ogni traccia.
MAGDALENA (parte II) - Le vicende dei Sette di Betania
Con questo post continuiamo a seguire le peripezie della compagnia giudaica dopo lo sbarco in Provenza.
Giunte al termine della loro esistenza, Maria Jacobè per prima, secondo la tradizione e Maria Salomè poco tempo dopo, vengono sepolte in una tomba appositamente preparata per loro nella piccola chiesa di Ratis. La fama delle loro gesta e dei miracoli che continuano a produrre anche dopo la morte cresce rapidamente. A loro si aggiunge presto Sara, sepolta "in odor di santità" accanto alle due Marie. Già nel IV secolo, il povero oratorio viene sostituito con una chiesa più grande e maestosa, dedicata alla Vergine, cui viene affiancato un monastero delle Religiose di Arles.
Preziose rovine equatoriali
Se a qualcuno capitasse per le mani la carta geografica Bertholet del 1639, noterebbe alcune curiose indicazioni, tra cui una più enigmatica di tutte: “Quelman”, poco sotto il Corno d'Africa, a poca distanza da Melinde. Di quest'ultima, oggi placida stazione balneare equatoriale, la storia è per lo più nota. Colonizzata dai mercanti omaniti almeno dal XIII secolo, divenne uno dei sultanati più potenti della costa orientale dell'Africa.
Il mistero megalitico dei bal-men
Quando si parla di megalitismo, soprattutto nel Vecchio Continente l'associazione immediata che si impone è con gli enigmatici dolmen e con le file di menhir che svettano verso il cielo, sparsi un po' in tutto il globo. Ma ci sono altri enigmatici relitti di quel tempo sparsi anche tra le nostre montagne.
Taj Mahal: Tomba o tempio vedico? - quarta parte
In questo ultimo post concludiamo l'indagine sul Taj Mahal e sull'ipotesi della sua origine Indù, anche con l'ausilio della radioestesia.
Analizziamo l'architettura del Taj.
Il Taj è ottagonale. La forma ottagonale è importante per l'Islam ma ha un valore speciale sorpattutto per l'induismo nell'architettura. Otto sono le direzioni astronomiche fondamentali e a ognuna presiede una “guardia”. Le altre due direzioni sono rappresentate dal basamento che indica la terra e dal pinnacolo che indica il cielo. Le dieci direzioni sono così sempre presenti nelle architetture induiste, raffigurate con forme ottagonali inserite tra basamenti e pinnacoli.
Basler Munster, il duomo di Basel
In primavera sono passato da Basel, Basilea, nella Svizzera francofona e mi sono imbattuto nella sua cattedrale romanico-gotica, Basel Minster o Basler Munster: un tripudio di simbologie potenti e misteriose , di bi-skel, triskel, quadri-skel, penta-skel e complesse forme frattali.
Sul pavimento... il dragone, la Wuivre, il segno delle energie oscure della madre terra.
Tra le sue poderose mura è sepolto Erasmus Von Rotterdam.