ALPHABET-Q: un intrigante esperimento cinematografico
Una vicenda inedita e ricca di mistero, i paesaggi e le località mozzafiato del Lago Maggiore, del Lago d'Orta e delle vallate circostanti, una manciata di minuti per raccontare la storia: sono questi gli ingredienti dell'inedito cortometraggio che sta lentamente nascendo nel Verbano-Cusio-Ossola e che ha per titolo una sola, misteriosa lettera, una tondeggiante ed enigmatica Q.
L'epicentro di questa piccolo grande esperimento cinematografico è Ornavasso, ma i partecipanti al progetto provengono da tutto il circondario. L'idea, maturata in un piccolo gruppo di amici ha rapidamente coinvolto ed entusiasmato diverse decine di volonterosi. Non esistono requisiti, solo la voglia di fare squadra, di partecipare.
“Q” non è solo un film, é una sfida. Per realizzarlo il gruppo non fa affidamento su un budget, bensì sulle capacità di ognuno, sulle peculiarità e sulle attitudini di ciascun partecipante. Così, ogni aspetto della produzione è affidato a piccole unità operative: c'é chi si occupa di rintracciare le ambientazioni, chi di pianificare ed organizzare i set, chi di procurare vestiti ed accessori, chi di valutare gli aspiranti attori. E ancora ci sono sceneggiatori, cameramen, truccatrici e parrucchiere, sarte, grafici e designer, responsabili di produzione, tecnici. Non può mancare il regista, Valerio B. Cantamessi, poeta e romanziere, autore di libri di successo e di pièces teatrali. Suo è il soggetto originale su cui gli sceneggiatori hanno costruito l'altrettanto originale screenplay.
Perfino le attrezzature di scena e quelle tecniche, dagli oggetti che compaiono in ogni inqudratura, alle macchine da presa, ai vestiti di scena, al “caddy” su rotaia per le riprese in movimento, se non sono messe a disposizione da qualche generoso, vengono pazientemente costruite e realizzate dagli stessi partecipanti al progetto, rigorosamente a budget zero.
C'è una grande e puntigliosa attenzione ai dettagli, anche ai più minuti. La sfida nella sfida infatti è quella di riuscire a concentrare l'intero racconto in pochi minuti di durata, perciò ogni singola inqudratura deve contenere tutto quanto possibile per dettagliare precisamente la storia, densa di messaggi e di allusioni.
Lo scorso Aprile si sono tenuti i casting per selezionare gli attori, valutati e scelti con attenzione.
Massimo riserbo viene mantenuto sulla trama, che prende le mosse dai desideri della surreale protagonista: “...Fu lì che il sogno finì, bruscamente, con un’idea ossessiva in testa che si mise di fronte a qualsiasi, logica azione del primo risveglio. Si alzò precipitosamente dal letto e corse a cercare nello scaffale delle riviste una… quella rivista che… alla fine, tutto all’aria, la trovò, sfogliandola incurante dello sgualcir pagine inutili. E fu allora che lo vide”.
E' l'affresco di una passione straziante e grottesca, a metà tra una love story ed un noir d'altri tempi, un po' commedia e un po' tragedia: “Era bellissimo e pareva… beh, pareva stesse guardando proprio lei. Arrossì, più rossa delle rose. Lui continuò a guardarla anche quando lei fu urtata, apposta di sicuro, da una modella dal fisico mozzafiato che la superò, andando a mettersi di fianco al divo in una posa priva di pudore. Smorfiosa”.
Poi, in una manciata di minuti si consuma, o forse no, l'idillio, tra inseguimenti e colpi di scena: “Il talamo sfatto, le rose in un angolo, un abitino color sabbia e quella sagoma nella doccia satinata... Riguadagnò l’uscita e si precipitò giù al piano terra, buttandosi, sotto lo sguardo esterrefatto del concierge, a piangere su una poltroncina nella hall dell’albergo. Non si rese conto del tempo che passò e a risvegliarla dalle lacrime copiose fu il risuonar di tacchi cadenzati che scendevano la scala principale. Perfetta in ogni movenza, nel suo vestitino color sabbia attillato e altrettanto perfettamente coordinato, una soddisfatta modella, nonché smorfiosa, lasciava la casa del piacere”.
Trascorsi alcuni mesi di febbrile lavoro per stendere la sceneggiatura ed organizzare in ogni dettaglio tutta la produzione, il progetto è “entrato entrato nel vivo” e il gruppo di lavoro, che si è scelto il nome “Alphabet Productions”, ha cominciato le sessioni di riprese nelle molteplici locations in cui il cortometraggio è ambientato. Ma bisognerà atttendere ancora per poter ammirare il lavoro finito.
Intanto le uniche indiscrezioni giungono dai pochi stralci della sceneggiatura divulgati. Perfino il finale della sceneggiatura è criptico, misterioso, indecifrabile: “A poco valgono scatti, cambi di direzione e soste nel buio. I passi di lui, i passi di lei, si sovrappongono confondendosi nella notte fredda. Sino a che, infine, temuti ed agognati, i loro cammini si incrociano, i loro sguardi si studiano freddi, i loro occhi si parlano senza un suono e, in una mano guantata, balugina la lama di un’arma letale”.
Né il regista, né gli sceneggiatori o i cameraman, nessuno insomma si sbilancia. Rispondono alle interviste sorridendo di sottecchi e con una strana, beffarda luce negli occhi che, piovendo di sbieco sulle pupille sembra trasformarle, neanche a dirlo in lettere Q!
Francesco Teruggi
Scrittore e giornalista pubblicista. Direttore delle collane "Malachite" e "Topazio" presso Giuliano Ladolfi Editore. Autore del saggio divulgativo "Il Graal e La Dea" (2012), del travel book "Deen Thaang - Il viaggiatore" (2014), co-autore del saggio "Mai Vivi Mai Morti" (2015), autore del saggio "La Testa e la Spada. Studi sull'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni" (2017), co-autore del saggio storico "Il Filo del Cielo" (2019) pubblicato in edizione italiana e in edizione francese. Presidente dell'Associazione Culturale TRIASUNT. Responsabile Culturale S.O.G.IT. Verbania (Opera di Soccorso dell'Ordine di San Giovanni in Italia).
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