Francesco Teruggi
Scrittore e giornalista pubblicista. Direttore delle collane "Malachite" e "Topazio" presso Giuliano Ladolfi Editore. Autore del saggio divulgativo "Il Graal e La Dea" (2012), del travel book "Deen Thaang - Il viaggiatore" (2014), co-autore del saggio "Mai Vivi Mai Morti" (2015), autore del saggio "La Testa e la Spada. Studi sull'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni" (2017), co-autore del saggio storico "Il Filo del Cielo" (2019) pubblicato in edizione italiana e in edizione francese. Presidente dell'Associazione Culturale TRIASUNT. Responsabile Culturale S.O.G.IT. Verbania (Opera di Soccorso dell'Ordine di San Giovanni in Italia).
Le corna del sacrificio
Chissà perché... tutti o quasi gli animali sacrificali, in qualsiasi cultura e tradizione antica o moderna, sono animali con le corna. Questa semplice domanda, scaturita durante una discussione sui sacrifici rituali e sul “toro” quale animale prediletto, ci ha portati alle conclusioni esposte qui di seguito. Ringrazio Carlo (http://quartocentrale.blogspot.it) per l’intenso e fraterno scambio di opinioni e dedico il post alla nostra amica Stefania, che ha acceso il piacevole dibattito.
Il sacrificio tipico (non egoistico, ma per il prossimo) del “toro zodiacale” è volontario, mai imposto, né dall'interno, né dall'esterno. Se, tuttavia, lo fosse, dipenderebbe da una perdita di forza del toro, che avrebbe quindi il dovere di riacquisirla. La motivazione per cui tutti i giorni si sacrifica si rifà a quell'armonica fondante a cui è costituzionalmente legata, e a causa della quale regala al prossimo parti di sé, riacquistandone altre in abbondanza. Più si sacrifica regalando, più diventa grande il suo yin (la sua parte “femminina” e ricettiva) e la sua capacità di comprendere e abbracciare il mondo.
Lingue sacre e parole potenti
“morte e vita sono in potere della lingua"
Proverbi 18:21
Cosa rende davvero “potente” la parola? Con questo post vorrei proporre qualche riflessione sulla sacralità delle lingue e cercare di dare una mia risposta, seppur di sole ipotesi si tratti, alla questione.
Pensiamo all'antico Egitto e ai geroglifici: gli stessi egiziani li chiamavano “medw nether”, “parole potenti” o “parole divine”. Erano convinti che rappresentassero formule in grado di rendere vive perfino le immagini inanimate.
E del resto, per la mistica ebraica, la lingua israelitica sarebbe composta da quegli stessi suoni attraverso i quali Dio avrebbe creato l'Universo, cristallizzati nei corrispondenti segni grafici. Il concetto si avvicina molto a quello dello “strepitus verborum” della retorica latina.
Taj Mahal: Tomba o tempio vedico? - terza parte
Proseguiamo ancora l'indagine sul Taj Mahal e sull'ipotesi della sua origine Indù, seguendo nuovamente ragionamenti di P.N. Oak. Concentriamoci sull'edificio e sui suoi elementi architettonici e progettuali
Ci sono molti simboli religiosi indù visibili nel Taj Mahal. Sono generalmente spiegati con tolleranza di Shahjahan per gli altri culti. Eppure le sue cronache di corte, le Badshahnam, riportano un fatto che contrasta fortemente: “E' stato portato a conoscenza di Sua Maestà che, durante il ritardo stagionale era stata cominciata la costruzione di molti templi idolatri, ma sono rimasti incompiuti a Benares, la grande roccaforte dell'infedeltà. Gli infedeli erano ora desiderosi di portarli a termine. Sua Maestà, il difensore della fede, ordinò che a Benares e in tutti i suoi domini
in ogni luogo, tutti i templi dovevano essere abbattuti. E 'stato ora riportato dalla provincia di Allahabad che nel distretto di Benares sono stati distrutti 76 templi”.
Trappola ossolana per demoni (2)
Nel post con cui presentavo il breve studio su una trappola per demoni rinvenuta in Ossola, ho evidenziato la sua somiglianza funzionale con certi vasi e scodelle tipiche della tradizione mediorientale antica, di quella ebraica e islamica. Ma, in verità, esistono "dispositivi" simili in innumerevoli tradizioni di tutto il pianeta.
Pennick, in un suo testo relativo alle tradizioni magiche del Nord Europa, ad esempio, cita due diverse "trappole". Una è la cosiddetta "bottiglia delle streghe" del Cambridgeshire. Bastano una bottiglia non più lunga di 15cm e un po' di filo rosso. Si sminuzza il filo in pezzettini e li si infila nella bottiglia, poi la si posiziona sul davanzale di una finestra oppure la si sigilla in una nicchia di un muro o ancora la si seppellisce sotto la soglia di casa.
Il cielo egizio era femmina
Nella maggior parte delle culture presenti e passate, il cielo è maschio, la terra è femmina. Per gli antichi egizi, era esattamente il contrario. La dea Nut era il cielo, il dio Geb la terra. Non è strano? La grande Madre, il ventre profondo che genera ogni cosa non è, in fin dei conti da sempre, la terra?
Forse che gli Egizi ritenessero di venire dal cosmo? Oppure è l'unico ricordo di un'epoca in cui i poli terrestri si erano invertiti e “il cielo aveva preso il posto della terra”?
Il problema se l'erano già posti gli egittologi vittoriani. Per proporre una soluzione, c'era voluto un personaggio del calibro di E. A. Wallis Budge, celebre orientalista noto soprattutto come scopritore e traduttore del “Papiro di Ani”, meglio conosciuto come “Libro dei Morti dell'Antico Egitto”.
Da dove nascono le idee
“E’ solo quando contempli il risultato di un processo
nel quale tutti stanno raccogliendo la loro parte,
che puoi dichiararti veramente soddisfatto,
e sai nel Cuore di aver agito per il meglio”
Da dove nascono le idee?
Ci vengono in mente almeno due risposte: dal basso (dalla terra) o dall’alto (dal cielo). Entrambe appartengono alla nostra sfera d’esistenza, ma la nostra attenzione cosciente spesso non risuona, soprattutto con la prima.
Questa mancata risonanza può avere effetti più gravi di quanto ci si possa immaginare: non considerando un aspetto o polarità, infatti, i risultati finiscono per rimanere zoppi e non riescono, per loro natura, ad arrivare molto “lontano” o peggio ci illudonop, invece, vogliono essere un più raro esempio di unione di tutte e tre le forze, che naturalmente creano l’esistente e possono perciò plasmare la vita.
Sei mani e tre menti hanno lavorato per far nascere questa collaborazione. Essa possiede in sé tutte le tre polarità e attinge sia alle ispirazioni terrene che a quelle celesti. Contempla in sé, fin dal suo concepimento, un duplice scopo: dare l’imprinting ai contributi che verranno in seguito (espressione dello yin) e tracciare un sentiero davanti a sé, al quale si accorderanno come note su uno spartito musicale (espressione dello yang). Quanto alla terza forza, per sua natura non può essere polarizzata, quindi è meno visibile, ma ha il compito di armonizzare le spinte.
Perciò i contributi che leggerete sono i primi frutti del lungo camminare solitario di ognuna delle tre forze, che nel lavoro si costruiscono e si preparano al confronto e alla prova.
E’ un incontro vivo di forze, di mani, di cervelli, di ispirazioni e non può rimanere nascosto. Quindi ne condividiamo volentieri i risultati, ringraziando quelli tra voi che vorranno regalarci la pazienza di leggerli.
So-khuan: la terapia delle anime
Tra le culture più sorprendenti nelle quali ho avuto la fortuna di imbattermi, quella che mi ha maggiormente affascinato è senza dubbio quella laotiana, del Laos, che ha una visione della felicità e della salute davvero inconsueta.
Per le genti del Laos, tutto è condizionato e disciplinato dalla ferma e ferrea convinzione dell'esistenza dell'anima, che condividono non solo con molte popolazioni limitrofe, da quelle del basso Mekong, a quelle dell'area thai, ma anche del sud-est asiatico, dal Borneo alla Malesia.
Introduzione alla radioestesia
...a mo' di presentazione della radioestesia...
[ a cura di C. Lovati.]
[Tratto dall'impianto degli "appunti"per una parte della presentazione del libro Il graal e la Dea di Francesco Teruggi]
Risonanza con l'universo
-
● Siamo fatti degli stessi elementi di cui è costituito l'universo,quindi possiamo teoricamente relazionarci con tutto l'esistente.
-
● Esempio: Il diapason che determina il LA universale risuona con quella nota grazie alla sua forma e alla materia con cui è fatto.
-
● Modificando queste 2 variabili abbiamo tutte le note.
-
● In noi ci sono tutti i diapason che hanno originato l'universo, quindi
-
● in potenza tutto è in noi e in noi risuona.
Forma e frequenza
-
● La forma crea e determina in gran parte la frequenza di ogni cosa che esiste
-
● un quadrato avrà una frequenza, o meglio un’insieme di frequenze che formano un accordo in cui esse si esprimono legandosi tra loro.
-
● le frequenze espresse da diapason diversi nella forma SONO DIVERSE TRA LORO
-
● L'accordo prodotto da un quadrato ad esempio sarà diverso da quello formato da un triangolo, da un cerchio, ecc...
-
● In ogni accordo c’e’ sempre una frequenza portante, che ne determina la direzione e il verso a tutto l'insieme
Radioestesia
-
● sentire con il proprio corpo, attraverso una lettura meccanica di segnali cellulari, evidenziati da un’ antenna
-
● le cellule hanno un programma fatto dalla natura, ed esso tende alla vita in tutte le sue sfumature, tende all’ equilibrio
-
LUOGHI SACRI
-
● si costruivano le chiese sempre rivolte ad est, perchè si prega a est per un motivo particolare:
-
● le chiese e gli altari erano quindi sempre rivolti verso il sole, si pregava verso la vita, verso la luce
-
● Se vogliamo potenziare la nostra onda portante ci dobbiamo servire di altre onde portanti più potenti di noi, ossia l’asse nord-sud, il campo magnetico terrestre, l’energia più grande che c’è sulla terra. E se ci serviamo del campo magnetico terrestre e sappiamo leggere le zone di potere della terra, e ci orientiamo nel modo giusto, possiamo raggiungere il massimo.
-
● i luoghi “sacri” erano sempre costruiti sopra incroci d’ acqua, in punti in cui il corpo della terra e il suo campo (l’atmosfera) sono in particolare comunione.
-
● l’energia, (l’onda portante) è l’acqua che sale
-
● l’onda portata è quella creata dalla struttura.
-
● I sapienti di ogni epoca sapevano come imbrigliare e convogliare quel potere, per un ottimale e fruibile utilizzo umano.
-
● Sono la rappresentazione dell'uomo nel cosmo
-
● Il Santuario come espressione duplice del:
-
divino sulla terra
-
questa realtà terrena che tende al divino
-
-
● UOMO visto come Unione di cielo e terra. Appartiene a entrambi e quindi con entrambi può relazionarsi.
-
● Energie discendenti (dal cielo)
-
● Energie ascendenti (dalla terra)
-
● Edificare su luogo sacro (alti) significa qui RENDERE DISPONIBILI quelle energie, PORTARE L'UOMO A DIO, creando direzioni e passaggi: forme e riti
-
● Sono zone che chiamiamo ora linee sincroniche, linee che collegano posti distanti l’uno dall’altro dalla terra, che permettono trasmissioni di informazioni.
-
● Sono vie di comunicazione preferenziali sulla terra, ma si può anche parlare dello stesso messaggio tra terra e cielo...
COME IN ALTO COSÌ IN BASSO
-
● Come siamo fatti noi, è fatta la terra, l’universo, e viceversa.
-
● Radioestesia utilizzata x identificare la terra e leggere i suo flussi e ritmi..il cielo è sempre stato OSSERVATO: è visibile!
-
● un buon radioestedista può scoprire relazioni cielo- terra ancora prima di leggere il cielo: ciò che sta in alto risponde alle stesse leggi terrene...!!!
-
● Libro: lenta e inesorabile scoperta del funzionamento di questo edificio sacro, questa MACCHINA SPIRITUALE
-
ANALISI ENERGETICA DEL SANTUARIO
-
● Analisi dei corsi d’acqua (cita indizi lasciati dai costruttori)
-
● Analisi dei chakra lungo il percorso di purificazione interno al santuario
-
● radioestesia puo’ essere utilizzata come prova del nove per confermare o no le nostre ipotesi operative, le nostre congetture.
-
● Ad esempio, in un progetto o in un complesso archittettonico, essa puo’ trovare il punto di forza, la “pietra angolare”, oppure al contrario, puo’ svelare i punti deboli, quelli che vanno corretti per creare l’ equilibrio migliore possibile dell’intera struttura che si sta analizzando.
-
● Scegliere e creare una sequenza di forme significa dar vita a un viaggio (rito) che porta noi e le nostre forme da una espressività ad una migliore
-
● Progetto attraverso i secoli per risvegliare la terra/dea madre che nutre e rende disponibile l'innalzamento dell'uomo verso dio.
-
INFINE...
-
● i monumenti religiosi sono collegati da una geometria invisibile, anche in questa valle.
-
● Ognuno di essi produce un accordo, in sintonia con quello degli altri già presenti e stimola i luoghi e le modalità corrette a relazionarsi con Lei.
-
● Ogni accordo risuona con una caratteristica della madre, che in quel particolare luogo si esprime meglio delle altre, essendo con esso in risonanza
-
● Madre e sue espressioni come NASCITA e RINASCITA
-
● nascere a tutti i livelli: fisico, mentale, spirituale, in modo INTEGRATO
Fonte originale: http://quartocentrale.blogspot.it
Taj Mahal: Tomba o tempio vedico? - seconda parte
Proseguiamo l'indagine sul Taj Mahal e sull'ipotesi della sua origine Indù, seguendo ancora i ragionamenti di P.N. Oak. Vediamo cosa c'é di vero intanto sulla figura di Shajahan.
Non esistono tracce della leggendaria storia d'amore di Shajahan con la principessa Mumtaz. I resoconti sono quasi inesistenti, incerti, tardi e privi di qualsivoglia fonte. Però sono ben note altre e numerose tresche di Shaahajan con altre donne, tra le quali addirittura una sua figlia Jahanara.
Taj Mahal: Tomba o tempio vedico? - prima parte
Oggi voglio scrivere di una strana faccenda, risalente agli anni Settanta/Ottanta e relativa al celeberrimo e meraviglioso Taj Mahal. Il protagonista della vicenda è uno storico indiano, Shri Purushottam Nagesh Oak, autore, prima in hindi e poi nel 1989 in Inglese, di un controverso libro "Taj Mahal - The true history".
In esso, sosteneva - e continuò a sostenere fino alla morte, avvenuta nel 2007 - che il bianco cenotafio islamico di Agra, sia in realtà un antico tempio hindu dedicato a Shiva, usurpato al tempo dell'impero Moghul (Mughal in lingua persiana).
Oak tentò diverse volte di presentare e far approvare petizioni al governo Indiano affinchè fosse riconosciuta la reale natura del Taj e il suo esempio fu seguito da altri storici. Altrettanti però furono i suoi detrattori e avversari.