Taj Mahal: Tomba o tempio vedico? - seconda parte
Proseguiamo l'indagine sul Taj Mahal e sull'ipotesi della sua origine Indù, seguendo ancora i ragionamenti di P.N. Oak. Vediamo cosa c'é di vero intanto sulla figura di Shajahan.
Non esistono tracce della leggendaria storia d'amore di Shajahan con la principessa Mumtaz. I resoconti sono quasi inesistenti, incerti, tardi e privi di qualsivoglia fonte. Però sono ben note altre e numerose tresche di Shaahajan con altre donne, tra le quali addirittura una sua figlia Jahanara.
Taj Mahal: Tomba o tempio vedico? - prima parte
Oggi voglio scrivere di una strana faccenda, risalente agli anni Settanta/Ottanta e relativa al celeberrimo e meraviglioso Taj Mahal. Il protagonista della vicenda è uno storico indiano, Shri Purushottam Nagesh Oak, autore, prima in hindi e poi nel 1989 in Inglese, di un controverso libro "Taj Mahal - The true history".
In esso, sosteneva - e continuò a sostenere fino alla morte, avvenuta nel 2007 - che il bianco cenotafio islamico di Agra, sia in realtà un antico tempio hindu dedicato a Shiva, usurpato al tempo dell'impero Moghul (Mughal in lingua persiana).
Oak tentò diverse volte di presentare e far approvare petizioni al governo Indiano affinchè fosse riconosciuta la reale natura del Taj e il suo esempio fu seguito da altri storici. Altrettanti però furono i suoi detrattori e avversari.
Il rito della piuma
Il "rito della piuma", della "doppia morte" o più semplicemente "répit" è "una delle manifestazioni più durature, più profonde ed allo stesso tempo più segrete della religione popolare". Purtroppo, però, pochi conoscono questo pezzetto di tradizione dell'Europa occidentale.
Ma andiamo con ordine. L'antefatto protocristiano, che avrebbe portato al fiorire della ritualità del répit, è l'annosa discussione teologica ed escatologica su cui dibatterono, senza sosta, i Dottori della Chiesa per secoli: la vera natura del peccato originale e il destino finale delle anime. Ciò che destava i maggiori problemi era la sorte finale delle anime appartenute a chi, in punto di morte, pur essendo in grazia di Dio, non si trovava nello stato di purezza necessario ad ascendere in Paradiso. Tra queste la situazione più delicata era quella dei fanciulli nati-morti o deceduti prima di ricevere il Battesimo, incolpevoli eppure privi di quella condizione indispensabile per essere “accolti in cielo”.
Trappola ossolana per demoni (1)
Ho potuto analizzare, insieme ad alcuni buoni amici, un reperto recentemente ritrovato in Ossola, una pietra scolpita, che ha rivelato un uso rituale molto interessante.
Ma comincerò a raccontarvene la storia partendo da molto lontano...
Nell'Africa orientale in cui ho a lungo vissuto, capitava che qualche locale mi consigliasse di non far arrabbiare questa o quella persona, perché teneva in casa, chiusi nei barattoli, intere orde di demoni e di genii che avrebbe potuto scatenarmi contro a piacimento. È quella che lungo la costa africana chiamano “uchawi”, la parte più oscura ed esoterica della religione, sia quella tribale che quella musulmana.
L'arca: un caso di risonanza
Durante un viaggio nella misteriosa Etiopia copta, mi sono imbattuto in un caso addirittura eclatante della legge universale della risonanza. Da parecchi anni ormai si racconta e vocifera che la vera Arca dell'Alleanza biblica sia custodita proprio in quella terra. Lo racconta già da secoli e secoli uno dei più sacri libri copti etiopi, il Kebra Nagast.
Il gesto di potenza del Buddha
Una delle più incredibili e misteriose immagini in cui mi sono imbattuto in Oriente, è quella venerata nei paesi indocinesi come il Buddha che chiama la terra a testimoniare”.
E' una iconografia diversa da quella usuale del “mudra” che porta lo stesso nome.
In questa particolare raffigurazione dai forti influssi khmer, infatti, l'arte buddhista è riuscita a condensare il tremendo atto di potere con cui Siddharta giunse all'Illuminazione.
Ne riporta una dettagliata descrizione il poema del Buddhacharita, opera – si ritiene – del leggendario Asvaghosa.
Nel canto XII del poema, Siddharta, stremato dagli innumerevoli e vani tentativi di sfuggire al male e al dolore, realizza infine che la via per giungere all'illuminazione è un'altra.
Ayn Darah, dove Ishtar lasciò le sue impronte
Situato nel nord della Siria, a circa 40 miglia a Nord-Ovest di Aleppo e a poca distanza dal confine turco, Ayn Darah (o Ain Dara) è un tempio siro-hittita, risalente al 1300 a.C. Edificato su un insediamento databile al periodo calcolitico (IV millennio a.C.) e scoperto solo nel 1955, è l'edificio di culto ritenuto più simile al tempio biblico di Salomone, percaratteristiche ed epoca di costruzione, del quale ha contribuito a svelare molti misteri e di cui è pressoché coevo.
Un esempio è quanto riporta la Bibbia in 1 Re 06:05 a proposito del fatto che il tempio di Salomone fosse circondato da strutture chiamate enigmaticamente “sela'ot”, termine tradotto con “camere laterali”. Ayn Darah rivela, in modo piuttosto convincente che tali camere laterali corrispondono al corridoio che avvolge il tempio.
Basler Munster, il duomo di Basel
In primavera sono passato da Basel, Basilea, nella Svizzera francofona e mi sono imbattuto nella sua cattedrale romanico-gotica, Basel Minster o Basler Munster: un tripudio di simbologie potenti e misteriose , di bi-skel, triskel, quadri-skel, penta-skel e complesse forme frattali.
Sul pavimento... il dragone, la Wuivre, il segno delle energie oscure della madre terra.
Tra le sue poderose mura è sepolto Erasmus Von Rotterdam.
Analisi vibrazionale dei luoghi(2): come cominciò tutto?
Mi sono sempre chiesto come l'uomo primordiale, una volta sceso dagli alberi, sia giunto a capire l'esistenza di un "oltre" e a comprendere che esistevano luoghi più adatti di altri per approfondirne la conoscenza.
Immaginiamo un ominide peloso, una scimmia, che scopre di avere maggiori possibilità di sopravvivenza se rimane alzato sulle due zampe posteriori. Dopo migliaia di anni, questa postura ne modificherà per sempre le caratteristiche fisiche, a partire dalla testa, che cambia forma per accogliere un cervello più ampio ed evoluto. Dapprima usa solo i quattro arti, poi comincia a specializzarsi e si serve di sassi e rami, raccolti lì per lì, come strumenti. Dopodichè, il suo intelletto ormai evoluto, gli suggerisce che può lavorare quegli utensili e migliorarli.
Analisi vibrazionale dei luoghi(1): what? why? where? when?
Senza trascurare gli studi storici, astronomici, archeologici, filologici, per capire in tutto il suo splendore un luogo sacro occorre anche saperne individuare gli aspetti energetici. Bisogna insomma riuscire a comprenderne le dinamiche vibrazionali, a decodificare il funzionamento della "macchina vibrazionale". Questo è ciò che mi propongo di fare ogni volta che studio un "luogo alto".
Altro...
Un oratorio alpestre
Oggi voglio presentarvi il rilievo radiestesico di un piccolo oratorio alpestre. In questo caso, per rispetto del particolare luogo in cui sorge, non ne menzionerò il nome nè l'esatta collocazione.
Sorge a circa 900 mt. di altitudine e si raggiunge solo attraverso una interminabile mulattiera. Le origini risalirebbero al XIV secolo, quando l’alpeggio fu raggiunto da alcune famiglie originarie della vallata antistante. Inizialmente si edificò solamente una semplice cappella. La data di edificazione del primo oratorio invece, corrispondente alla porzione in cui ancora oggi è localizzato l’altare, è il 1728. L’oratorio fu dedicato a San Giuseppe.
Cos'é veramente un luogo sacro? Come definirlo?
Cos'è veramente un luogo sacro? Come definirlo? Cosa rende "sacro" un luogo?. Di risposte più o meno vaghe, più o meno giuste, ne ho lette e ne vengono proposte molte.
Un buon punto di partenza è certamente chiarire il significato stesso della parola "sacro".
"Sacro" deriva dalla radice sanscrita sac/sak/sag con il significato di "attaccare", aderire", "avvincere", nel senso di unire/collegare. "Sacro" è dunque qualunque cosa che è "unito" direttamente e inscindibilmente a un "altro", che potremmo definire "il divino" o "Infinito", quella "realtà superiore" cui ogni religione e spiritualità si riferisce con nomi diversi.