IL Graal e La Dea
Un enigma
più grande e potente di Rennes Le Chateau,
un mistero che attraversa i millenni:
la storia vera
della leggendaria Cattedrale dei Walser"
VINCITORE DELL'OSCAR DELLE FASCETTE 2013
CATEGORIA WTF
AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO 2013
In TV su Videonovara, Teleritmo, ValsesiaTv!
"Scoperte davvero eccezionali secondo un'abile percorso avventuroso, senza per questo imporre quelle "verità" che i ricercatori superficiali colgono da racconti e leggende per rendere probabili delle pseudo scoperte. Per intenderci nulla del genere coltivato da Dan Brown e da simili autori di letteratura sensazionale, intorno a misteri rivelati con troppa faciloneria"
[ECORISVEGLIO]
L'abilità del ricercatore-scrittore è consistita soprattutto nella capacità di inserire un evento storico locale in uno scenario più vasto, capace di offrire ad altri studiosi materiali, fonti e modelli interpretativi per ricerche degne di proporre un segno esplicativo sul nostro passato
[NOI MAGAZINE]
"Incalzante come un thriller, avvincente come un racconto d’avventura, emozionante come un romanzo di formazione, Il Graal e la Dea è un saggio divulgativo sconcertante e appassionato, denso di puntuali ricostruzioni storiche e di ipotesi suggestive: uno sguardo inconsueto e sorprendente sulla storia e le leggende dell’Ossola"
"LIBRO DA LEGGERE-AVERE-CAPIRE . per guardare e VEDERE saggezza, scienza, armonia ..."
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Nel XVII secolo, mentre l’Inquisizione trionfava, gli abitanti di un povero paese della regione dell’Ossola intrapresero un progetto pericoloso e insostenibile: costruire un grandioso Santuario, come mai se ne erano visti nella valle, intorno all’immagine,
miracolosa e sconveniente, di una Madonna che allatta a seno scoperto. Cent’anni dopo l’edificio svettava sull’abitato con il suo inconfondibile profilo ottagonale, ma non fu mai portato a termine. Per quali scopi fu veramente innalzato? Come e perché fu possibile realizzarlo? Dove reperirono i fondi necessari?
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Il Graal e La Dea: scopri il libro!
Cinque domande per conoscere meglio Il Graal e La Dea
Perchè è interessante?
Il Graal e La Dea è un saggio atipico, un esperimento a metà tra il racconto di formazione e la ricerca multidisciplinare, una guida "turistica" per il visitatore quanto un "manuale" per il ricercatore, un volume da prendere fra le mani e studiare passo passo, vagando tra i luoghi che descrive. A guidare il lettore è la voce stessa del ricercatore che narra in prima persona il tortuoso percorso umano, emotivo e intellettuale attraverso il quale è giunto a individuare e rivalutare l'importanza storica di un poco noto paese ossolano e dei suoi monumenti.
La varietà e ricchezza degli approcci al problema, dall'archeologia alla geometria, all'astronomia, alla simbologia, agli studi sui sistemi di misurazione , tra slanci entusiastici e lotte contro le difficoltà e la frustrazione, gli hanno consentito di comprendere sotto una nuova e inedita luce i fatti tardo-medievali accaduti.
Emerge così con ben due secoli di anticipo una storia nuova e sconosciuta, tutta italiana, che non ha nulla da invidiare a quella ben più più recente e famosa della località francese di Rennes-le-Chateau.
Di cosa parla?
Il Graal e La Dea svela, con una nuova e inedita prospettiva, l'incredibile vicenda che pare uscita da un romanzo, di un paese della Val d'Ossola: Ornavasso. In questo villaggio di poche centinaia di anime, una piccola edicola votiva sparsa nei boschi, nel Seicento comincia ad elargire prodigi e il parroco decide di inviare al vescovo della diocesi richiesta scritta per edificarvi intorno una semplice tettoia di legno, sotto la quale celebrare la messa di ringraziamento una volta all'anno.
La risposta, incomprensibile e meravigliosa, che giunge dal vescovado, è il progetto di un enorme santuario, degno di una cattedrale medievale, fatto realizzare dal più insigne architetto milanese del tempo. Intorno ad esso si snoderanno non solo gli interessi locali del paese e della diocesi ma anche quelli del ducato di Milano, di una delle sue più potenti famiglie e di un oscuro personaggio con approfondite conoscenze alchemiche e misteriche.
Perchè è un libro da non perdere?
Il Graal e La Dea è un esperimento storico e letterario in cui ciò che conta non è solamente il risultato delle ricerche, ma anche tutto il lungo percorso attraverso il quale lo studioso giunge alle conclusioni esposte.
La ricerca storica è di solito considerata un ambito per pochi, una sequela di dati, date, nomi, battaglie, un fatto accademico. Ma se, alla rilettura critica dei documenti archivistici, si affianca con la necessaria competenza e senza preconcetti ogni altro ambito utile del sapere, si può giungere a una consapevolezza nuova dei fatti, rigorosa e omogenea, di più ampio respiro, in grado di proporre finalmente risposte concrete a tanti interrogativi irrisolti.
Così, monumenti e avvenimenti locali, spesso considerati interessanti solo per il territorio cui appartengono, possono rivelarsi "tasselli" importanti per l'intera storia dell'uomo.
Chi è l'autore?
Francesco Teruggi è un ricercatore indipendente. Si interessa di sceneggiatura, è impegnato in collaborazioni giornalistiche (tra poco verrò inserito nell'Albo dei Giornalisti Pubblicisti della regione Piemonte), dirige la collana "Malachite" ed è responsabile multimedia presso Giuliano Ladolfi Editore.
Ha un'innata passione per i luoghi sacri, le tradizioni, la storia e la spiritualità dei popoli dei cinque continenti e si interessa di innumerevoli discipline scientifiche, dall'archeologia, alla paleontologia, all'antropologia, all'astronomia. Ma non esita a metterle a confronto con ambiti del sapere spesso insoliti, arditi ed esotici, che spaziano dal simbolismo alle discipline ermetiche, alla tecnica della radioestesia, alle terapie di cura naturale.
Il suo blog è www.francescoteruggi.com
Chi è l'editore?
Giuliano Ladolfi Editore nasce dalla lunga esperienza della rivista di critica letteraria Atelier. La selezione e la rarità che contraddistingue i libri di poesia, di traduzione e di critica, pubblicati dalla casa editrice sono apprezzati e riconosciuti a livello nazionale ed internazionale e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Con 'Il Graal e La Dea" ha inaugurato la collana Malachite, dedicata alla ricerca storica sperimentale e integrata, per ridare tanto alla storia locale quanto all'approccio multidisciplinare di ampio respiro, la dignità che meritano.
"Il Graal e La Dea" - anteprima sfogliabile del libro
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ALPHABET-Q: un intrigante esperimento cinematografico
Una vicenda inedita e ricca di mistero, i paesaggi e le località mozzafiato del Lago Maggiore, del Lago d'Orta e delle vallate circostanti, una manciata di minuti per raccontare la storia: sono questi gli ingredienti dell'inedito cortometraggio che sta lentamente nascendo nel Verbano-Cusio-Ossola e che ha per titolo una sola, misteriosa lettera, una tondeggiante ed enigmatica Q.
L'epicentro di questa piccolo grande esperimento cinematografico è Ornavasso, ma i partecipanti al progetto provengono da tutto il circondario. L'idea, maturata in un piccolo gruppo di amici ha rapidamente coinvolto ed entusiasmato diverse decine di volonterosi. Non esistono requisiti, solo la voglia di fare squadra, di partecipare.
“Q” non è solo un film, é una sfida. Per realizzarlo il gruppo non fa affidamento su un budget, bensì sulle capacità di ognuno, sulle peculiarità e sulle attitudini di ciascun partecipante. Così, ogni aspetto della produzione è affidato a piccole unità operative: c'é chi si occupa di rintracciare le ambientazioni, chi di pianificare ed organizzare i set, chi di procurare vestiti ed accessori, chi di valutare gli aspiranti attori. E ancora ci sono sceneggiatori, cameramen, truccatrici e parrucchiere, sarte, grafici e designer, responsabili di produzione, tecnici. Non può mancare il regista, Valerio B. Cantamessi, poeta e romanziere, autore di libri di successo e di pièces teatrali. Suo è il soggetto originale su cui gli sceneggiatori hanno costruito l'altrettanto originale screenplay.
Perfino le attrezzature di scena e quelle tecniche, dagli oggetti che compaiono in ogni inqudratura, alle macchine da presa, ai vestiti di scena, al “caddy” su rotaia per le riprese in movimento, se non sono messe a disposizione da qualche generoso, vengono pazientemente costruite e realizzate dagli stessi partecipanti al progetto, rigorosamente a budget zero.
C'è una grande e puntigliosa attenzione ai dettagli, anche ai più minuti. La sfida nella sfida infatti è quella di riuscire a concentrare l'intero racconto in pochi minuti di durata, perciò ogni singola inqudratura deve contenere tutto quanto possibile per dettagliare precisamente la storia, densa di messaggi e di allusioni.
Lo scorso Aprile si sono tenuti i casting per selezionare gli attori, valutati e scelti con attenzione.
Massimo riserbo viene mantenuto sulla trama, che prende le mosse dai desideri della surreale protagonista: “...Fu lì che il sogno finì, bruscamente, con un’idea ossessiva in testa che si mise di fronte a qualsiasi, logica azione del primo risveglio. Si alzò precipitosamente dal letto e corse a cercare nello scaffale delle riviste una… quella rivista che… alla fine, tutto all’aria, la trovò, sfogliandola incurante dello sgualcir pagine inutili. E fu allora che lo vide”.
E' l'affresco di una passione straziante e grottesca, a metà tra una love story ed un noir d'altri tempi, un po' commedia e un po' tragedia: “Era bellissimo e pareva… beh, pareva stesse guardando proprio lei. Arrossì, più rossa delle rose. Lui continuò a guardarla anche quando lei fu urtata, apposta di sicuro, da una modella dal fisico mozzafiato che la superò, andando a mettersi di fianco al divo in una posa priva di pudore. Smorfiosa”.
Poi, in una manciata di minuti si consuma, o forse no, l'idillio, tra inseguimenti e colpi di scena: “Il talamo sfatto, le rose in un angolo, un abitino color sabbia e quella sagoma nella doccia satinata... Riguadagnò l’uscita e si precipitò giù al piano terra, buttandosi, sotto lo sguardo esterrefatto del concierge, a piangere su una poltroncina nella hall dell’albergo. Non si rese conto del tempo che passò e a risvegliarla dalle lacrime copiose fu il risuonar di tacchi cadenzati che scendevano la scala principale. Perfetta in ogni movenza, nel suo vestitino color sabbia attillato e altrettanto perfettamente coordinato, una soddisfatta modella, nonché smorfiosa, lasciava la casa del piacere”.
Trascorsi alcuni mesi di febbrile lavoro per stendere la sceneggiatura ed organizzare in ogni dettaglio tutta la produzione, il progetto è “entrato entrato nel vivo” e il gruppo di lavoro, che si è scelto il nome “Alphabet Productions”, ha cominciato le sessioni di riprese nelle molteplici locations in cui il cortometraggio è ambientato. Ma bisognerà atttendere ancora per poter ammirare il lavoro finito.
Intanto le uniche indiscrezioni giungono dai pochi stralci della sceneggiatura divulgati. Perfino il finale della sceneggiatura è criptico, misterioso, indecifrabile: “A poco valgono scatti, cambi di direzione e soste nel buio. I passi di lui, i passi di lei, si sovrappongono confondendosi nella notte fredda. Sino a che, infine, temuti ed agognati, i loro cammini si incrociano, i loro sguardi si studiano freddi, i loro occhi si parlano senza un suono e, in una mano guantata, balugina la lama di un’arma letale”.
Né il regista, né gli sceneggiatori o i cameraman, nessuno insomma si sbilancia. Rispondono alle interviste sorridendo di sottecchi e con una strana, beffarda luce negli occhi che, piovendo di sbieco sulle pupille sembra trasformarle, neanche a dirlo in lettere Q!
Collana TOPAZIO
Opere originali e inedite
Direttore: Francesco Teruggi
La collana Topazio comprende pubblicazioni che, nella varietà di generi e di stili, presentano elementi di singolare peculiarità. Si spazia dalla riflessione alla biografia, dalla celebrazione di una ricorrenza alla raccolta di testimonianze, senza tralasciare motivi di carattere giocoso. È, pertanto, aperta a ulteriori arricchimenti da parte di chi pensa di aver composto un’opera originale, che mediante la calviniana “leggerezza” sa spingere il lettore alla riflessione sulla vita e sulla società.
http://www.ladolfieditore.it
Collana MALACHITE
Ricerca storica
Direttore: Francesco Teruggi
La collana Malachite è dedicata alle pubblicazioni di carattere storico. Con questo termine intendiamo non testi di pura erudizione, limitati a riportare dati e fatti, ma opere di ricerca di carattere interdisciplinare, capaci di aprire orizzonti di comprensione sul passato. In tale àmbito importanza rivestono gli studi di carattere “locale”, a condizione, però, che lo studioso sappia collocarli in una dimensione più ampia, in cui l’apporto di diverse scienze li collochi su un piano di interesse generale.
Alla storia, quindi, non alla cronaca noi miriamo, una storia fondata su una sistematizzazione in quadri teorici coerenti, che sappiano trarre dal substrato economico, culturale e sociale la linfa dell’interpretazione che ogni autore intende ricostruire.
http://www.ladolfieditore.it
Dispositivo ricompattante da dito
Questo è il prototipo, che ho messo a punto con Carlo Lovati, di un Ricompattatore di Campo Energetico, un "dispositivo da dito" in metallo anallergico che riconsolida il campo energetico della persona.
È un insieme coerente e armonico di metodo, forma e materiale, che stimola l’accordatura del campo energetico favorendo lo scambio tra l’aura e l’ambiente. Una volta indossato, infatti, contribuisce alla naturale respirazione energetica del proprio campo, regolarizzando la capacità naturale dell’aura di assorbire energia dall'ambiente esterno e di rilasciare gli eccessi della medesima.
Grazie alla sua armonia coerente di metodo, forma e materiale, può aiutare il benessere, attraverso il suo uso costante.
Il prototipo, è diventato il dispositivo "RCE - Ricompattatore di Campo Energetico" distribuito in esclusiva dall'Associazione Culturale TRIASUNT
Altro...
Legami vibrazionali tra gli esseri
Da quando ho pubblicato il post Introduzione alla Radioestesia, con l’intento di proporre un approccio rinnovato, naturale, al sentire Radioestesico, questo intervento è stato - ed è ancora - il più letto in assoluto. La speranza era di aprire un dialogo, di innescare una discussione, un confronto aperto su tale approccio al sentire radioestesico quale mezzo capace “di creare le condizioni per una conoscenza vissuta nel modo più totale possibile”.
Ecco dunque, ad ulteriore stimolo, il breve resoconto di un esperimento, di una prova fatta da un caro amico e collega radioestesista con cui condivido questo modo di “lavorare” e dei risultati che esso può produrre.
MURA POLIGONALI: quando l'uomo coglieva le stelle
Capita, ripescando un vecchio libro, di leggervi cose che, in precedenza, erano sfuggite perché non riconosciute oppure non comprese. Ci si torna su a volte dopo anni e a quel punto, con un poco di esperienza cristallizzata in più, si scorgono, nelle stesse parole lette molto tempo prima, nuovi e inattesi discorsi.
Il più intrigante, accurato, poetico e controverso lavoro mai fatto sulla cultura ancestrale del popolo Dogon è, ad oggi, senza dubbio quello che l'antropologo francese Marcel Griaule raccolse nel libro “Dio d'Acqua”. Protagonista è un vecchio cacciatore cieco di nome Ogotemmêli il quale, per ricambiarlo di un non del tutto chiaro favore, comincia a raccontare all'antropologo l'essenza delle tradizioni Dogon. Durante i ripetuti colloqui il saggio letteralmente “scompone il sistema del mondo”, spiegando tecnicamente e con raffinatezza impareggiabile le forze e i ritmi del divenire fin dall'inizio dei tempi.
MAGDALENA (parte III) - Le reliquie dei Sette di Betania
Concludiamo l'excursus nella leggenda dei Sette di Betania con la vicenda del ritrovamento delle reliquie a loro attribuite.
Sui luoghi dove la tradizione ricordava fossero sepolti Lazzaro, le due Marie con Sara, Marta, Magdalena, Massimino e Sidonio, sorsero con i secoli piccole chiese-mausoleo. Ma le scorrerie saracene nel Mediterraneo al grido «La ilaha illa lllah» (Dio è Dio), soprattutto da che gli islamici si erano acquartierati proprio in Provenza, a Frassineto, per razziare le coste francesi e liguri nel IX secolo, avevano costretto i popoli gallici della costa a nascondere i loro santi per proteggerli. Le scarse cronache ipotizzano che fossero state traslate in gran segreto in monasteri inaccessibili o che si trovassero nei forzieri di qualche signorotto locale. Ma erano solo voci e non fecero che alimentare leggende senza fondamento. Dei possibili resti santi, insomma, si finì per perdere, almeno apparentemente, ogni traccia.
MAGDALENA (parte II) - Le vicende dei Sette di Betania
Con questo post continuiamo a seguire le peripezie della compagnia giudaica dopo lo sbarco in Provenza.
Giunte al termine della loro esistenza, Maria Jacobè per prima, secondo la tradizione e Maria Salomè poco tempo dopo, vengono sepolte in una tomba appositamente preparata per loro nella piccola chiesa di Ratis. La fama delle loro gesta e dei miracoli che continuano a produrre anche dopo la morte cresce rapidamente. A loro si aggiunge presto Sara, sepolta "in odor di santità" accanto alle due Marie. Già nel IV secolo, il povero oratorio viene sostituito con una chiesa più grande e maestosa, dedicata alla Vergine, cui viene affiancato un monastero delle Religiose di Arles.